Forse me la sono tirata da sola, forse è solo che doveva andare così, ma alla fine mi ritrovo di nuovo a casa a riposo forzato. Questa volta non per l’occhio, quello sta bene ora, questa volta è per una dannatissima distorsione alla caviglia sinistra che mi sono fatta una settimana fa mentre stavo andando a buttare la spazzatura. Ho sentito male…..ma più che altro ho sentito un grandissimo sconforto.
E’ come se l’universo in questo momento volesse dirmi solo una cosa: “Francesca, devi stare ferma!”. E così sono di nuovo a casa, immobile con il piede all’insù perché non lo devo caricare, ferma con il corpo ma non con la mente che è come un uragano che ha distrutto le poche certezze che mi erano rimaste, per poi lasciare dietro di sé un senso di smarrimento e da quel momento tutto è da ricostruire. Questa volta sono inciampata non in senso metaforico, ma i cocci mi sembrano gli stessi ed è come se dovessi ripartire da zero, di nuovo.
C’è una ragione a tutto ciò che ci accade, ne sono sempre più convinta, ma sebbene anche in questo caso sia riuscita a darmi delle risposte, resta il fatto che dopo anni e anni così …. io all’universo chiederei soltanto un pochino di serenità, giusto per tirare un attimo il fiato. Ormai questa salita la sto seguendo da dozzine e dozzine di mesi, mi sono nutrita si, a volte riposata, ma la cima io ancora non la vedo. E anche se sono consapevole di essere una delle persone più forti che abbia mai incontrato sulla mia strada, ho anche la certezza che anche le rocce più dure vengono erose con il tempo.
Il riposo forzato mi è servito a capire ancora una volta su chi posso contare e su chi no, mi servirà a fare l’ennesima scrematura, a smettere di essere sempre così disponibile con persone che non lo meritano. Ho capito che devo ancora impegnarmi molto per raggiungere quel pizzico di “sano egoismo” che cerco da tempo di far mio, ma che ancora evidentemente non mi appartiene.
Stare ferma mi ha aiutato a comprendere che in questo momento è come se fossi a una rotonda, ma che invece di prendere la prima strada a destra o la seconda o la terza, è come se finissi sempre in un vicolo cieco. C’è molto da cambiare, insomma, molto da rivedere.
Riposo forzato è anche pensare un po’ al cuore, star male aspettando un messaggio che non arriva, a un segnale che probabilmente dall’altro non verrà mai….. L’altro giorno scorrendo Instagram mi è capitato lo sguardo su un’immagine con una frase che diceva che il vero amore non si incontra quando sei al tuo meglio ma quando sei nel casino più totale. Sarebbe carino se fosse così, ma ho qualche dubbio 🙁
Questa distorsione è anche ripensare a chi, seppur a modo suo, ha saputo volerti bene per un po’. E così in questi giorni ho riflettuto tanto su “madamino”, ma più che le cose brutte tra di noi mi sono venute in mente quelle belle. E’ così più volte mi è tornato il sorriso….poi qualche giorno fa, ho aperto quel libro, quello che era nella mia libreria da tempo ma che non iniziavo mai, quello che diceva essere uno dei suoi preferiti (e lo so perchè ora, gli ricordava più di tutto un luogo legato alla sua professione precedente, quella che ha lasciato ma che ama da morire), quel libro che assicurava mi sarebbe “piaciuto da morire”. Ho iniziato le prime pagine e ho come la sensazione che avesse ragione lui.
Spero nei prossimi giorni di rimettermi in piedi, in tutti i sensi. Odio sentirmi debole. A ottobre mi aspetta un appuntamento importante, uno di quelli che segna la chiusura di un capitolo enorme, pagine che resteranno per sempre ingombranti nella tua vita, ma che segnano una svolta….